giovedì 31 gennaio 2008

SABATO 2 FEBBRAIO 08 - ORE 15

Diverse realtà milanesi, associazioni e centri sociali hanno deciso di scendere in piazza il 2 febbraio, in occasione dell'arrivo a Milano, nell'ambito della campagna pro Expo 2015, dei commissari del Bie e dei rappresentanti dei 140 paesi che ne fanno parte.Ancora una volta Milano dal 2 al 5 febbraio tornerà ad essere una città vetrina, in cui non c'è spazio per ciò che la giunta milanese considera "rifiuti": il processo di espulsione e di "pulizia" colpisce dal murales, al rom, dal senzatetto, al centro sociale, attraverso un controllo sfrenato e una vera e propria militarizzazione del territorio.Ma questi giorni sono solo l'apice di quanto avviene quotidianamente in città e nelle periferie, dove le politiche securitarie di chi amministra sono l'altra faccia del processo di speculazione, cementificazione e devastazione dei territori controllati.CONTRO LE POLITICHE SECURITARIE, LE SPECULAZIONI SUL TERRITORIO E LA CITTA' VETRINA

“+ SAPERI – CASERME”: 500 STUDENTI IN PIAZZA A RHO


Oggi siamo scesi in piazza per le strade di Rho in più di 500 per far sentire la nostra voce al sindaco Zucchetti e all’amministrazione comunale che fino a questo momento hanno impedito la costruzione della nuova sede del Liceo Rebora. Il corteo ha attraversato Rho, passandoaccanto a dove dovrebbe sorgere la nuova sede della scuola, arrivando sotto al Comune. Il sindaco ancora una volta non ha voluto incontrare gli studenti perseverando nel suo atteggiamento di arroganza e chiusura.Ribadendo la necessità che il sindaco interloquisca direttamente con loro, una delegazione di studenti ha portato al vicesindaco e all'assessore all'istruzione centinaia di fogli bianchi accartocciati, a rappresentare l'assenza di prospettive per il futuro della loro scuola.Il corteo è proseguito fino al Centro Sociale SOS Fornace, a dimostrazione che gli studenti hanno bisogno di spazi sociali e luoghi nei quali accrescere i propri saperi invece di politiche securitarie che vanno a discapito di investimenti nelle spese per le politiche sociali e nell'istruzione.Critichiamo fortemente la scelta della Giunta comunale di disattendere il protocollo d’intesa approvato nel maggio del 2007 nel quale è previsto per questo mese l’inizio dei lavori per la nuova scuola. Purtroppo, ilsindaco ha deciso di mettere i bastoni tra le ruote all’inizio dei lavori negando alla Provincia i terreni comunali sui quali sarebbe dovuto iniziare la costruzione. Una scelta tutta politica, visto che nel piano triennale delle opere è previsto per il 2008 lo stanziamento di 3.300.000 € per un nuovo commissariato di polizia a fronte di una spesa di 2.300.000 € per la costruzione della palestra, che sarebbe fruibile da tutta la cittadinanza.Gli studenti attendono ancora di sentire direttamente dal sindaco quale sia il futuro per la loro scuola.Le mobilitazioni degli studenti continueranno nei prossimi giorni e fino a quando non ci saranno le garanzie sulla realizzazione della nuova sede.

Collettivo studentesco Rebora – SOS Fornace
sotto sgombero

martedì 22 gennaio 2008

500 a Rho contro lo sgombero della Fornace!Aspettando il corteo studentesco del 25 Gennaio!




19 GENNAIO 2008 RHO: PIU' DI 500 PERSONE IN PIAZZA IN DIFESA DELLA FORNACE
La città di Rho, dopo anni di silenzio, ha visto le proprie strade invase da più di 500 persone di ogni età che hanno gridato a gran voce un “No!” deciso allo sgombero del Centro Sociale SOS Fornace. Un corteo pacifico, creativo, colorato e comunicativo, ma fortemente determinato. Le politiche securitarie della giunta Zucchetti sono state pesantemente criticate durante il corteo: su tutte la volontà di sgomberare il centro sociale e di realizzare una nuova caserma utilizzando i fondi originariamente destinati alla costruzione della nuova sede del Liceo Rebora. Con noi in piazza molti studenti a dimostrare una solidarietà attiva alla Fornace e la propria contrarietà alla militarizzazione del territorio a discapito del diritto allo studio e a una socialità non mercificata: per questo scenderemo nuovamente in piazza a fianco degli studenti venerdì 25 gennaio per chiedere l'immediata costruzione della nuova sede del Liceo Rebora. Le iniziative contro lo sgombero dell'SOS Fornace non sono terminate con la fine del corteo odierno. Già domani alle h. 18 all'interno dello spazio di via S.Martino 20 si terrà un'assemblea pubblica di valutazione e rilancio delle mobilitazioni antisgombero. La partecipazione alla giornata di oggi è un punto di forza in vista della possibile trattativa con l'amministrazione comunale, che non può più ignorare che la Fornace rappresenti un vivace e reale punto di riferimento per l'universo giovanile del territorio.


domenica 20 gennaio 2008

Scuole non caserme, Spazi non sgomberi!!



COMUNICATO STAMPA GIOVANI COMUNISTI/E: CI MOBILITEREMO CONTRO LO SGOMBERO DEL C.S.O.A. FORNACE
È stato coerente il sindaco Zucchetti di Rho, lo aveva promesso nel suo programma elettorale: "sgombereremo il centro sociale Fornace". Errare è umano ma perseverare diabolico. La coerenza in politica non è un valore quando attacca frontalmente la liberta di autorganizzazione, la necessità di luoghi di aggregazione dei giovani e dei cittadini.
È chiaro l´intento punitivo nei confronti di chi ha rappresentato per tante e tanti una voce contro l´omologazione culturale e politica di una metropoli come Milano. L´obiettivo delle destre è punire chi in questi mesi si è battuto contro la devastazione ambientale del progetto Expo2015, la speculazione edilizia che ne conseguirà. Si vuole sgomberare chi impedisce la costruzione delle cattedrali del neoliberismo, le fiere dell´economia insostenibile.
I giornali locali svelano l´intento dell´amministrazione: la costruzione al posto del C.S.O.A. Fornace di una caserma delle forze dell´ordine. Così invece di destinare i fondi alla ricostruzione della scuola Rebora di Rho garantendo a quei ragazzi e a quelle ragazze luoghi di studio dignitosi si investe sulla militarizzazione permanente del territorio. Ancora una volta si spara alle necessità imminenti delle nuove generazioni.
La Fornace è un luogo d´incontro e di tessitura di relazioni, la più efficace risposta alle solitudini delle nostre città, quelle che alimentano le insicurezze sulle quali le destre costruiscono il leit motiv delle politiche securitarie. Da oggi noi tutti ci sentiamo meno sicuri sapendo che qualcuno vuole lo sgombero di una Zona Liberata dal narcotraffico, dalle mafie che speculano sul traffico di stupefacenti. È facile sgomberare chi è armato solamente della voglia di riconquistare il proprio futuro. Nessuna autorità ha il coraggio di sgomberare le discoteche di una metropoli come Milano che, come documenta l´Espresso, sono il mercato per la diffusione di eroina, cocaina senza nessun tipo di controllo.
C´è una generazione di ragazze e ragazzi che ha deciso di non farsi sgomberare dalla storia. Ci mobilitiamo in maniera permanente per garantire che un luogo in cui il linguaggio della Sinistra - fatto di Solidarietà, Partecipazione, Cittadinanza - possa ancora essere parlato.
SABATO 19 GENNAIO 2008 - CORTEO ORE 15.OO - RITROVO DAVANTI LA STAZIONE di RHO
Giovani Comunisti/e di Milano e provincia
Luca Stanzione 393.8808001 - Daniela Castiglioni 347.4420325

mercoledì 2 gennaio 2008

La lotta dei sans-papiers contro le politiche fasciste di Sarkozy


Parigi - Secondo quanto riferisce il quotidiano « Le Monde », il 20 dicembre scorso nel « Centre di rétention », come chiamano qui i Centri di Permanenza Temporanea, di Mesnil-Amelot, a due passi dalle piste dell’aeroporto internazionale Charles De Gaulle, è iniziato un movimento di protesta dei sans papiers che vi sono trattenuti – o meglio detenuti – in attesa di essere espulsi verso i Paesi d’origine.
Sempre giovedi’ 20 dicembre, un centinaio di sans papiers detenuti a Mesnil-Amelot avevano annunciato la loro decisione di intraprendere uno sciopero della fame illimitato per esigere la loro liberazione e denunciare le condizioni della loro detenzione. La maggioranza dei detenuti è di origine africana: secondo uno di loro, la situazione è dovuta « alla volontà del governo di raggiungere il numero di espulsioni annunciate per il 2007 entro la fine dell’anno ».
In una lettera indirizzata ai consoli dei loro paesi d’origine, i detenuti denunciano « le pratiche ingiuste ed umilianti dell’amministrazione francese, che si fa beffe dei diritti dell’uomo » benché sia proprio la Francia il Paese della « Déclaration des Droits de l'homme et du citoyen del 26 agosto 1789. « Chiediamo che la caccia all’uomo cessi. Che cessi l’invio di false convocazioni alla Prefettura per arrestare la gente », ha aggiunto per telefono Paul, portavoce del movimento di Mesnil-Amelot. Secondo quanto egli ha dichiarato molti sans papiers di Mesnil-Amelot potrebbero unirsi agli scioperanti. Egli stesso ha affermato d’essere al terzo giorno di sciopero della fame e della sete. Il movimento si è esteso, il 29 dicembre, ad altri due « Centres de rétention », quelli di Vincennes – banlieue est di Parigi - : attualmente, il « Centre di rétention » di Mesnil-Amelot ed i due di Vincennes accolgono, si fa per dire, circa 400 persone.
I sans papiers protestano contro le condizioni nelle quali sono stati arrestati e contro le loro condizioni di detenzione. « Abbiamo deciso di intraprendere uno sciopero della fame a partire da questa sera e rifiuteremo di rientrare nelle nostre camere », ha annunciato per telefono all’Agence France Presse Abou (che ha preferito non dire il suo cognome), il portavoce del movimento di Mesnil-Amelot che è stato trasferito venerdì a Vincennes. Abou ha spiegato che, seguendo una prassi consolidata, le autorità del Centre de rétention hanno tentato di risolvere i problemi posti dal movimento trasferendone gli « organizzatori » altrove: evidentemente, la speranza di decapitare e dunque paralizzare le lotte è dura a morire.
Ma la sciagurata politica del numero programmato di espulsioni annuali di sans papiers verso i loro paesi origine attuata dal governo Sarkozy comincia a dare i suoi frutti: la protesta dei Francesi si salda a quella dei migranti. Secondo Pablo Krasnopolsky, insegnante e membro del Réseau éducation sans frontières [Rete Educazione Senza Frontiere], l’organizzazione fa appello perché venga sostenuta la lotta dei sans papiers e chiede la chiusura dei Centres de rétention. Sabato 29 dicembre, solidarietà e sostegno ai sans papiers in lotta sono giunti dalla FSU, la più importante federazione sindacale degli insegnanti.I detenuti protestano anche e soprattutto contro la sorte loro riservata in Francia e la vera e propria caccia all’uomo di cui sono fatti oggetto. Infatti, sottoposti alla pressione politica del numero programmato di espulsioni, le prefetture e i servizi di polizia ricorrono a tutti i mezzi ed a tutti gli stratagemmi possibili per fermare, rinchiudere nelle prigioni amministrative gli stranieri ed espellerli
Rastrellamenti sui mezzi di trasporto e per la strada, operazioni di polizia nei luoghi di lavoro e perfino nei negozi, come è avvenuto mercoledì scorso a Parigi, convocazioni-trappola, controlli a seconda del colore della pelle, fermi nelle abitazioni, tutto fa brodo per rispettare la « quota » prefissata, l’obiettivo di 25 000 vite distrutte nel 2007. Malgrado la loro difficile situazione (condizioni carcerali in cui la polizia ha tutti i poteri, possibilità di dispersione dei detenuti, minacce di espulsione immediata), quelli di Mesnil-Amelot sono riusciti ad organizzarsi e ad elaborare le loro rivendicazioni, essenzialmente la fine della caccia all’uomo di cui sono vittime, e a far conoscere il loro movimento. Davanti alla rivolta dei detenuti contro la sporcizia e la promiscuità nelle quali sono costretti a vivere ed il bando che li aspetta, le autorità conservano il silenzio.
I responsabili della prigione amministrativa di Mesnil-Amelot non sono autorizzati a parlare, il ministro Hortefeux è in vacanza e il presidente Sarkozy spende in Egitto i soldi dei suoi amici miliardari o dittatori, gli stessi che, contribuendo a far regnare un ordine economico e politico ingiusto nei paesi poveri provocano l’immigrazione. Come dicono essi stessi, i detenuti di Mesnil-Amelot, come d’altronde la quasi totalità dei sans papiers, sono lavoratori con una famiglia a carico, in Francia o nel paese d’origine. Le persecuzioni di cui sono vittime non hanno altra giustificazione se non l’ostinazione dottrinaria e la demogogia xenofoba dei fanatici dell’espulsione. La solidarietà di tutti coloro che si indignano davanti all’oppressione e all’ingiustizia cresce: ne sono prova la mobilitazione del più grande sindacato degli insegnanti e della Rete Educazione senza frontiere, da anni sulla breccia per difendere soprattutto i bambini figli di sans papiers che frequentano le scuole dalla politica disumana di Sarkozy.
Una politica inaugurata dall’attuale presidente prima della sua elezione, quando era ministro degli Interni nel governo del rivale Villepin: una politica che si è tradotta – giusto per citare qualche esempio - nell’arresto di un nonno di origine cinese che andava a prendere il nipotino a scuola e nel suicidio di alcuni sans papiers terrorizzati dalla polizia. Ma, come è noto, i sans papiers non votano e votano invece quelli ai quali una propaganda xenofoba e razzista, cinica e bassamente demagogica fa credere, in Francia come in Italia, in Europa come negli Stati Uniti, che di carovita, disoccupazione, criminalità sono responsabili i migranti, proprio loro che ne sono in realtà le vittime.