lunedì 24 dicembre 2007

martedì 18 dicembre 2007

Sabato 22 Dicembre Catena umana contro le morti bianche!



1328: milletrecentovenotto morti ogni anno. E' la media dei caduti sul lavoro tra il 2003 e il 2005: poco meno di 4,5 morti al giorno di cui una è una donna. Nel 2006, 1280 "morti bianche". Il 2007 non mostra segni di inversione di tendenza. questo succede in italia, uno dei paesi più ricchi al mondo. Le morti sui luoghi di lavoro non sono incidenti. dipendono dall' avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e dal disprezzo per la vita. la vita degli altri, naturalmente, la vita di chi per tirare avanti è magari costretto a camminare ore e ore di seguito su di una impalcatura a trenta metri dal suolo, senza protezioni di sorta. E dipendono anche dalla mancanza di leggi più stringenti. E del controllo da parte di chi sarebbe titolato nel farlo. Per questo ti chiediamo di partecipare alla catena umana di sabato 22 dicembre mattina alle ore 11.00 in Piazza Duomo a Milano. Per ricordare chi è morto e per costruire un nuovo percorso legislativo in questo campo. I Giovani Comunisti e le Giovani Comuniste saranno presenti, insieme al Prc e alle altre giovanili della Sinistra.Basta morti sullavoro!

venerdì 14 dicembre 2007

Oggi 14 Dicembre Giornata Nazionale di Mobilitazione Contro le Morti sul Lavoro!!Presidio dei Giovani de La Sinistra L'Arcobaleno Milanese!

I 4 operai morti nella recente tragedia della ThyssenKroup si aggiungono alle migliaia di vittime che ogni anno cadono nella battaglia più dura e difficile, quella per il lavoro. Sono 895 le lavoratrici ed i lavoratori che dal 1 gennaio ad oggi sono morti perché le norme di sicurezza non sono state rispettate, perché gli ispettori hanno deciso che era opportuno chiudere un occhio, perché uomini e donne sono state ricattati perché precari o in nero e costretti a lavorare in condizioni di pericolo.
I giovani e le giovani di questo paese hanno deciso che è venuta l’ora di dire basta a questa ecatombe, di fermare l’eccidio. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità:

Manifesteremo venerdì 14 dicembre, nella giornata delle due ore di sciopero nazionale indette dai sindacati dei metalmeccanici,
in tutte le città del Paese.
Chiediamo al governo e al parlamento di porre al centro della propria azione ogni misura necessaria per far cessare questa ecatombe, a partire dall’immediata cancellazione del precariato dal mercato del lavoro di questo paese, sino al varo di un piano straordinario di assunzioni perché le norme che garantiscono i lavoratori siano rispettate.
A Milano l’appuntamento è in P.za Cordusio dalle ore 17.00



Giovani Comunisti/e, Giovani SD, Fgci

martedì 11 dicembre 2007

15 Dicembre Manifestazione Internazionale No Dal Molin a Vicenza!

FOTO DAL CORTEO DEL 15 !:























1) L'appello
Da Vicenza all’Europa
14, 15, 16 dicembre:3 giorni di mobilitazione europea a Vicenza
Da oltre un anno, uomini e donne della città di Vicenza stanno lottando contro la costruzione di una nuova, immensa struttura militare statunitense, che non vogliamo sia costruita né nella nostra città nè altrove. Una lotta che vede accomunate persone di diversi orientamenti politici, con culture, linguaggi e storie diverse tra loro. Questa battaglia affonda le proprie radici nella difesa della terra e nel no determinato alla guerra, fonte di lutti e tragedie, nella richiesta di pace. La politica “ufficiale” ha mostrato, in tutta questa vicenda, il peggio di sé, tentando d’imporre una scelta del genere ad una comunità fortemente contraria. Senza alcuna differenza, i governi italiani di centrodestra e centrosinistra hanno deciso di passare sopra le teste dei cittadini.

Difesa dei beni comuni e del territorio, no alla guerra e nuove forme di democrazia e partecipazione ai processi decisionali, piena autonomia rispetto alla “politica”: questi sono stati, per noi del Presidio Permanente contro il Dal Molin, i punti cardinali per mantenere la rotta dentro questa vicenda. Insieme a molti altri uomini e donne di tutta Italia, abbiamo dato vita a manifestazioni imponenti, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. Eravamo partiti dai nostri quartieri, nel silenzio, con poche forze, siamo riusciti a portare la contraddizione sul piano nazionale. Abbiamo appena concluso un festival, a cui hanno partecipato almeno 30.000 persone, per rilanciare la nostra lotta contro questo progetto di guerra. Siamo convinti che si debba però andare oltre, che anche questi stretti confini vadano superati. Abbiamo conosciuto, in questo nostro percorso, realtà in tutta europa molto simili alla nostra. Abbiamo incrociato forme di resistenza e di difesa dei beni comuni, del territorio e delle risorse naturali, così come comitati, associazioni e movimenti che lottano come noi per impedire l’installazione di nuove strutture militari funzionali alla guerra permanente e contro un folle processo di riarmo, e con tutte queste esperienze abbiamo condiviso l’assoluta mancanza di democrazia nei processi decisionali. Come un copione unico, abbiamo sentito le storie di chi, da Venezia con il Mose alla Val di Susa con l'Alta Velocità, da Napoli con i rifiuti a Cameri con la costruzione degli F-35, dalla Repubblica Ceca alla Germania, dall'Olanda a Heathrow, da Varsavia a Londra, ha impattato con un potere che si allontana sempre più dai bisogni e dalle volontà dei cittadini, imponendo dall’alto scelte non condivise.

Ora vogliamo superare nuovi confini. Siamo convinti che oggi sia possibile costruire uno spazio comune dei movimenti che, nelle loro differenze e peculiarità, portano avanti istanze di democrazia reale. Non vogliamo proporre forme di sintesi o semplificazione, non vogliamo costruire un movimento europeo che annulli le specificità di ognuno. Al contrario, vogliamo ragionare sulla costruzione di una rete in grado di far risaltare la ricchezza di questi movimenti. Per quel che ci riguarda abbiamo sempre preferito lavorare per allargare la partecipazione, per costruire spazi d’inclusione.

Siamo convinti che oggi l’Europa possa essere, allo stesso tempo, uno spazio attraversabile da queste istanze e una dimensione praticabile dai movimenti, nella loro autonomia, per produrre risultati effettivi, per misurare nel concreto la forza delle lotte. Abbiamo indetto, come Presidio Permanente contro il Dal Molin, un’iniziativa europea nei giorni 14, 15 e 16 dicembre, a Vicenza, con una grande manifestazione dei cittadini europei sabato 15 dicembre contro il progetto Dal Molin. Vogliamo, in quei giorni, far convivere queste complessità, metterle in relazione, con momenti di discussione e iniziative sul terreno della pace e del no alla guerra, della difesa del territorio e dei beni comuni, per ripensare assieme alle forme di partecipazione di fronte alla crisi della democrazia rappresentativa, sempre più autoreferenziale e lontana dai bisogni e dalle istanze dei cittadini. La proposta che facciamo è quella di costruire assieme un primo momento di discussione europeo, da tenersi a fine ottobre, per preparare nel migliore dei modi la scadenza di dicembre.


2)VERSO IL 15 DICEMBRE
LETTERA APERTA: SE NON ORA, QUANDO?
Non lo nascondiamo: siamo dei sognatori; vorremmo impedire alla più grande potenza militare mondiale di mettere casa nel nostro cortile. E’ vero, siamo anche un pò testardi; ce lo hanno detto in tutte le salse: «cari vicentini, mettetevela via, gli interessi della guerra saranno più forti dei vostri presidi». Pazzi? Può darsi: del resto, chi avrebbe montato un Festival-campeggio di 10 giorni?

Eppure, siamo ancora qui. In questi giorni raddoppiamo il nostro Presidio Permanente; tutto intorno, un silenzio assordante, fatto di quotidiani e telegiornali che, dopo aver assediato Vicenza in concomitanza con il grande corteo del 17 febbraio, ora non hanno più nulla da dire su un movimento che ha continuato a vivere di passione e determinazione. Un movimento che si esprime tra e con la gente di Vicenza, attraverso iniziative e manifestazioni continue: abbiamo tagliato i cavidotti funzionali alla nuova base Usa, occupato la Basilica Palladiana, piantato 150 alberi all’interno del Dal Molin; abbiamo bloccato, per tre giorni e tre notti, le bonifiche belliche – iniziate un mese fa – necessarie per iniziare la costruzione dell’installazione militare, e le donne del Presidio, sono andate a Firenze per boicottare l’ABC – azienda incaricata delle bonifiche – e proseguire la campagna dei blocchi.

Con i primi blocchi dei lavori abbiamo imparato, ancor di più, ad essere una comunità; e abbiamo sentito, da tante parti d’Italia, la solidarietà e la condivisione che tante donne e tanti uomini esprimono per la lotta vicentina.
Abbiamo chiesto, anche, che i 170 Parlamentari che si sono dichiarati contrari alla realizzazione della nuova base Usa mantengano la propria promessa: portare subito in Parlamento la moratoria sui lavori in attesa dello svolgimento della Seconda Conferenza sulle servitù militari e chiedere la desecretazione degli accordi militari bilaterali.
Questo, ad oggi, non è avvenuto: abbiamo già visto il Governo promettere di ascoltare la comunità vicentina e poi tradirla: c’è qualcuno che vuol seguire il solco tracciato da Prodi? Non portare subito in Parlamento la moratoria, infatti, significa comportarsi nello stesso modo del Presidente del Consiglio che, dopo aver promesso di voler considerare la vicenda alla luce della volontà della comunità locale, dichiarò dall’estero di non opporsi alle richieste statunitensi svendendo la nostra città.

Lo scorso 17 febbraio, insieme, abbiamo dimostrato quanto grande è il movimento che vuol battersi contro la guerra e la militarizzazione del territorio, per la difesa della terra e la costruzione di nuove pratiche di democrazia; ma Vicenza, da sola, è insufficiente a sostenere questa lotta che, pure, accomuna gran parte della popolazione locale: Vicenza è solo un villaggio nella grande comunità che crede in un altro mondo possibile. Abbiamo bisogno, ancora una volta, della vostra condivisione, della vostra partecipazione, della vostra solidarietà.

Abbiamo convocato, a dicembre, una tre giorni europea di confronto, contaminazione, approfondimento; vogliamo allargare i nostri orizzonti, conoscere nuove comunità, condividere altre lotte. Ma vogliamo, anche, dimostrare che la vicenda del Dal Molin è ancora aperta: per questo il 15 dicembre un grande corteo attraverserà le strade della nostra città. Abbiamo sempre detto che “se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia”: vi chiediamo di condividere il nostro sogno, ancora una volta, perché una terra senza basi di guerra possa diventare realtà.
Se non ora, quando? Vicenza chiama, ancora una volta: e noi siamo sicuri che risponderete in tanti. Perché Vicenza vive già al di fuori dei suoi confini.


lunedì 10 dicembre 2007

Tyssenkrupp: Protesta Gc Davanti all'unione industriali torinese


COMUNICATO STAMPA::// Giovani Comuniste/i-PRC:"Questi morti sulle vostre coscienze, ASSASSINI!!!" Antonio Schiavone, 36 anni - Bruno Santino, 26 anni - Angelo Laurino, 34 anni - Roberto Scola, 32 anni Sono nomi, volti e vite spezzate di lavoratori, operai siderurgici costretti a lavorare per dodici ore consecutive per un´azienda "in ristrutturazione" che ha già deciso tanti, troppi licenziamenti. E' in mezzo a questi disastri non possiamo che urlare una parola: ASSASSINI!! , diretta ai responsabili di questo ennesimo dramma.
E´ necessario individuare delle responsabilità politiche e morali e noi le abbiamo individuate e oggi contestate e sanzionate perché crediamo che questo incredibile e tragico bilancio quotidiano non è solo una questione di "mancati controlli", ma anche conseguenza di leggi che rendono le vite e il lavoro sempre più precarie e pericolose. E tra queste leggi ci sono la legge 30, il pacchetto Treu e di conseguenza questo Protocollo sul Welfare appena votato in parlamento, figlio dei ricatti dei Poteri Forti: Confindustria, sindacati confederali, parlamentari, governi e la lista potrebbe proseguire per intere pagine.
Per questo questa mattina, mentre il corteo procedeva verso la prefettura, abbiamo sanzionato simbolicamente col sangue dei lavoratori l´Unione Industriale di Torino, nonostante l´ennesimo atto di repressione da parte delle forze dell´ordine che alla nostra pacifica protesta ha risposto come al solito con manganellate, spintoni e insulti. Perché ci vogliono moderni schiavi al servizio delle imprese, senza diritti e senza dignità. Perché la precarietà uccide e le leggi e coloro che le sostengono sono i veri mandanti di questi omicidi.Perché urliamo basta! all´ipocrisia di chi in questi giorni piange lacrime di coccodrillo ma che ha sulla coscienza la responsabilità politica dell´accaduto.
Giovani Comuniste/i Piemonte

domenica 2 dicembre 2007

500 A MELZO CONTRO BREBEMI E TEM!
















Bè..C'è poco da dire sul corteo..Se non che..se questo è l'inizio della mobilitazione,che inizio!! in 500, con le bandiere, i colori più vari hanno sfilato per melzo contro le grandi opere che devasteranno la Martesana. Fra loro,gli studenti e le studentesse del Milanese e della bassa, la Sinistra Unita in piazza, Legambiente, i sindacati di base, gli anarchici.

Questo non è che l'inizio!