lunedì 24 dicembre 2007
domenica 23 dicembre 2007
martedì 18 dicembre 2007
Sabato 22 Dicembre Catena umana contro le morti bianche!
venerdì 14 dicembre 2007
Oggi 14 Dicembre Giornata Nazionale di Mobilitazione Contro le Morti sul Lavoro!!Presidio dei Giovani de La Sinistra L'Arcobaleno Milanese!
I giovani e le giovani di questo paese hanno deciso che è venuta l’ora di dire basta a questa ecatombe, di fermare l’eccidio. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità:
Manifesteremo venerdì 14 dicembre, nella giornata delle due ore di sciopero nazionale indette dai sindacati dei metalmeccanici,
in tutte le città del Paese.
Chiediamo al governo e al parlamento di porre al centro della propria azione ogni misura necessaria per far cessare questa ecatombe, a partire dall’immediata cancellazione del precariato dal mercato del lavoro di questo paese, sino al varo di un piano straordinario di assunzioni perché le norme che garantiscono i lavoratori siano rispettate.
A Milano l’appuntamento è in P.za Cordusio dalle ore 17.00
Giovani Comunisti/e, Giovani SD, Fgci
martedì 11 dicembre 2007
15 Dicembre Manifestazione Internazionale No Dal Molin a Vicenza!
14, 15, 16 dicembre:3 giorni di mobilitazione europea a Vicenza
Da oltre un anno, uomini e donne della città di Vicenza stanno lottando contro la costruzione di una nuova, immensa struttura militare statunitense, che non vogliamo sia costruita né nella nostra città nè altrove. Una lotta che vede accomunate persone di diversi orientamenti politici, con culture, linguaggi e storie diverse tra loro. Questa battaglia affonda le proprie radici nella difesa della terra e nel no determinato alla guerra, fonte di lutti e tragedie, nella richiesta di pace. La politica “ufficiale” ha mostrato, in tutta questa vicenda, il peggio di sé, tentando d’imporre una scelta del genere ad una comunità fortemente contraria. Senza alcuna differenza, i governi italiani di centrodestra e centrosinistra hanno deciso di passare sopra le teste dei cittadini.
Difesa dei beni comuni e del territorio, no alla guerra e nuove forme di democrazia e partecipazione ai processi decisionali, piena autonomia rispetto alla “politica”: questi sono stati, per noi del Presidio Permanente contro il Dal Molin, i punti cardinali per mantenere la rotta dentro questa vicenda. Insieme a molti altri uomini e donne di tutta Italia, abbiamo dato vita a manifestazioni imponenti, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. Eravamo partiti dai nostri quartieri, nel silenzio, con poche forze, siamo riusciti a portare la contraddizione sul piano nazionale. Abbiamo appena concluso un festival, a cui hanno partecipato almeno 30.000 persone, per rilanciare la nostra lotta contro questo progetto di guerra. Siamo convinti che si debba però andare oltre, che anche questi stretti confini vadano superati. Abbiamo conosciuto, in questo nostro percorso, realtà in tutta europa molto simili alla nostra. Abbiamo incrociato forme di resistenza e di difesa dei beni comuni, del territorio e delle risorse naturali, così come comitati, associazioni e movimenti che lottano come noi per impedire l’installazione di nuove strutture militari funzionali alla guerra permanente e contro un folle processo di riarmo, e con tutte queste esperienze abbiamo condiviso l’assoluta mancanza di democrazia nei processi decisionali. Come un copione unico, abbiamo sentito le storie di chi, da Venezia con il Mose alla Val di Susa con l'Alta Velocità, da Napoli con i rifiuti a Cameri con la costruzione degli F-35, dalla Repubblica Ceca alla Germania, dall'Olanda a Heathrow, da Varsavia a Londra, ha impattato con un potere che si allontana sempre più dai bisogni e dalle volontà dei cittadini, imponendo dall’alto scelte non condivise.
Ora vogliamo superare nuovi confini. Siamo convinti che oggi sia possibile costruire uno spazio comune dei movimenti che, nelle loro differenze e peculiarità, portano avanti istanze di democrazia reale. Non vogliamo proporre forme di sintesi o semplificazione, non vogliamo costruire un movimento europeo che annulli le specificità di ognuno. Al contrario, vogliamo ragionare sulla costruzione di una rete in grado di far risaltare la ricchezza di questi movimenti. Per quel che ci riguarda abbiamo sempre preferito lavorare per allargare la partecipazione, per costruire spazi d’inclusione.
Siamo convinti che oggi l’Europa possa essere, allo stesso tempo, uno spazio attraversabile da queste istanze e una dimensione praticabile dai movimenti, nella loro autonomia, per produrre risultati effettivi, per misurare nel concreto la forza delle lotte. Abbiamo indetto, come Presidio Permanente contro il Dal Molin, un’iniziativa europea nei giorni 14, 15 e 16 dicembre, a Vicenza, con una grande manifestazione dei cittadini europei sabato 15 dicembre contro il progetto Dal Molin. Vogliamo, in quei giorni, far convivere queste complessità, metterle in relazione, con momenti di discussione e iniziative sul terreno della pace e del no alla guerra, della difesa del territorio e dei beni comuni, per ripensare assieme alle forme di partecipazione di fronte alla crisi della democrazia rappresentativa, sempre più autoreferenziale e lontana dai bisogni e dalle istanze dei cittadini. La proposta che facciamo è quella di costruire assieme un primo momento di discussione europeo, da tenersi a fine ottobre, per preparare nel migliore dei modi la scadenza di dicembre.
Non lo nascondiamo: siamo dei sognatori; vorremmo impedire alla più grande potenza militare mondiale di mettere casa nel nostro cortile. E’ vero, siamo anche un pò testardi; ce lo hanno detto in tutte le salse: «cari vicentini, mettetevela via, gli interessi della guerra saranno più forti dei vostri presidi». Pazzi? Può darsi: del resto, chi avrebbe montato un Festival-campeggio di 10 giorni?
Eppure, siamo ancora qui. In questi giorni raddoppiamo il nostro Presidio Permanente; tutto intorno, un silenzio assordante, fatto di quotidiani e telegiornali che, dopo aver assediato Vicenza in concomitanza con il grande corteo del 17 febbraio, ora non hanno più nulla da dire su un movimento che ha continuato a vivere di passione e determinazione. Un movimento che si esprime tra e con la gente di Vicenza, attraverso iniziative e manifestazioni continue: abbiamo tagliato i cavidotti funzionali alla nuova base Usa, occupato la Basilica Palladiana, piantato 150 alberi all’interno del Dal Molin; abbiamo bloccato, per tre giorni e tre notti, le bonifiche belliche – iniziate un mese fa – necessarie per iniziare la costruzione dell’installazione militare, e le donne del Presidio, sono andate a Firenze per boicottare l’ABC – azienda incaricata delle bonifiche – e proseguire la campagna dei blocchi.
Con i primi blocchi dei lavori abbiamo imparato, ancor di più, ad essere una comunità; e abbiamo sentito, da tante parti d’Italia, la solidarietà e la condivisione che tante donne e tanti uomini esprimono per la lotta vicentina.
Abbiamo chiesto, anche, che i 170 Parlamentari che si sono dichiarati contrari alla realizzazione della nuova base Usa mantengano la propria promessa: portare subito in Parlamento la moratoria sui lavori in attesa dello svolgimento della Seconda Conferenza sulle servitù militari e chiedere la desecretazione degli accordi militari bilaterali.
Questo, ad oggi, non è avvenuto: abbiamo già visto il Governo promettere di ascoltare la comunità vicentina e poi tradirla: c’è qualcuno che vuol seguire il solco tracciato da Prodi? Non portare subito in Parlamento la moratoria, infatti, significa comportarsi nello stesso modo del Presidente del Consiglio che, dopo aver promesso di voler considerare la vicenda alla luce della volontà della comunità locale, dichiarò dall’estero di non opporsi alle richieste statunitensi svendendo la nostra città.
Lo scorso 17 febbraio, insieme, abbiamo dimostrato quanto grande è il movimento che vuol battersi contro la guerra e la militarizzazione del territorio, per la difesa della terra e la costruzione di nuove pratiche di democrazia; ma Vicenza, da sola, è insufficiente a sostenere questa lotta che, pure, accomuna gran parte della popolazione locale: Vicenza è solo un villaggio nella grande comunità che crede in un altro mondo possibile. Abbiamo bisogno, ancora una volta, della vostra condivisione, della vostra partecipazione, della vostra solidarietà.
Abbiamo convocato, a dicembre, una tre giorni europea di confronto, contaminazione, approfondimento; vogliamo allargare i nostri orizzonti, conoscere nuove comunità, condividere altre lotte. Ma vogliamo, anche, dimostrare che la vicenda del Dal Molin è ancora aperta: per questo il 15 dicembre un grande corteo attraverserà le strade della nostra città. Abbiamo sempre detto che “se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia”: vi chiediamo di condividere il nostro sogno, ancora una volta, perché una terra senza basi di guerra possa diventare realtà.
Se non ora, quando? Vicenza chiama, ancora una volta: e noi siamo sicuri che risponderete in tanti. Perché Vicenza vive già al di fuori dei suoi confini.
lunedì 10 dicembre 2007
Tyssenkrupp: Protesta Gc Davanti all'unione industriali torinese
E´ necessario individuare delle responsabilità politiche e morali e noi le abbiamo individuate e oggi contestate e sanzionate perché crediamo che questo incredibile e tragico bilancio quotidiano non è solo una questione di "mancati controlli", ma anche conseguenza di leggi che rendono le vite e il lavoro sempre più precarie e pericolose. E tra queste leggi ci sono la legge 30, il pacchetto Treu e di conseguenza questo Protocollo sul Welfare appena votato in parlamento, figlio dei ricatti dei Poteri Forti: Confindustria, sindacati confederali, parlamentari, governi e la lista potrebbe proseguire per intere pagine. Per questo questa mattina, mentre il corteo procedeva verso la prefettura, abbiamo sanzionato simbolicamente col sangue dei lavoratori l´Unione Industriale di Torino, nonostante l´ennesimo atto di repressione da parte delle forze dell´ordine che alla nostra pacifica protesta ha risposto come al solito con manganellate, spintoni e insulti. Perché ci vogliono moderni schiavi al servizio delle imprese, senza diritti e senza dignità. Perché la precarietà uccide e le leggi e coloro che le sostengono sono i veri mandanti di questi omicidi.Perché urliamo basta! all´ipocrisia di chi in questi giorni piange lacrime di coccodrillo ma che ha sulla coscienza la responsabilità politica dell´accaduto.
Giovani Comuniste/i Piemonte
domenica 2 dicembre 2007
500 A MELZO CONTRO BREBEMI E TEM!
mercoledì 28 novembre 2007
-3..Verso la manifestazione contro Brebemi a Melzo
Appuntamento per la manifestazione a Sabato Primo Dicembre, a Melzo, in Piazza della Vittoria alle 15 e 30!!
sabato 24 novembre 2007
Oltre 100.000 in piazza a Roma contro la violenza sulle donne!
ROMA 24 NOVEMBRE 2007_La giornataUna partecipazione-fiume quella di oggi a Roma per la manifestazione nazionale contro la violenza degli uomini sulle donne. "La violenza degli uomini contro le donne comincia in famiglia e non ha confini". Con questo striscione si è aperto il corteo di oggi, partito da piazza della Repubblica con una presenza di più di 150 mila persone: questa la stima comunicata verso le 16 dal comitato organizzatore del corteo. Numerosi gli striscioni e slogan gridati prendono di mira il 'pacchetto sicurezza' approvato qualche settimana fa dal governo. "Se la violenza è in casa ma che ci faccio con più polizia?". Per questo anche un gruppo di giovani donne rom residenti hanno partecipato alla manifestazione esibendosi in balli tipici tradizionali.Decisa contestazione delle donne in corteo nei confronti Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, esponenti di Forza Italia. Anche il ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Giovanna Melandri, e quella per la Salute, Livia Turco, sono state contestate da alcune manifestanti al grido di "vergogna, vergogna". Un gruppo di manifestanti del corteo ha quindi occupato il palco, allestito in piazza Navona, da 'La7' che stava trasmettendo uno speciale sul corteo, ma soprattutto stava intervistando le parlamentari. L'organizzazione aveva più volte chiesto che nessuno si facesse portavoce delle tante donne presenti alla manifestazione. L'iniziativa è stata salutata con uno scrosciante applauso delle altri manifestanti presenti nella piazza.
giovedì 15 novembre 2007
MANIFESTAZIONE CONTRO LA BREBEMI A MELZO SABATO 1°DICEMBRE!
MANIFESTAZIONE
A MELZO SABATO 1° DICEMBRE
CONTINUA LA MOBILITAZIONE, PER LA DIFESA DELLA SALUTE, DEL TERRITORIO, DELLA MOBILITA’,
LA FIRMA DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA NON CI FERMERA’!
Se BreBeMi ed Est-Est verranno realizzate i piani regolatori saranno scardinati, il territorio trasformato e i nostri Comuni, in primis Melzo, rinchiusi tra svincoli, barriere e urbanizzazioni selvagge (logistica, centri commerciali e residenziale). La mobilità regionale sarà definitivamente consegnata al trasporto privato su gomma con conseguenze drammatiche sulla possibilità di muoversi e sulla salute dei cittadini (come tutti gli studi medici hanno confermato, l’aumento di traffico comporta l’aumento esponenziale delle malattie respiratore, allergie e tumori .
Relativamente alle due opere è stata sottoscritta un intesa tra il Ministero alle Infrastrutture e la Regione Lombardia con la fattiva collaborazione della Provincia di Milano, contrariamente agli impegni assunti da Penati in campagna elettorale.
Ricordiamo che, in base agli studi commissionati dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Milano, la costruzione di Bre.be.Mi ed Est-Est, comporterà:
· sul tratto Melzo-Milano, un aumento del traffico sulla Cassanese del 58% e sulla Rivoltana del 45% e quindi, intorno a Melzo, è stato ipotizzato un traffico giornaliero di circa 70.000 veicoli;
· una sola diminuzione del 15% del traffico sull’autostrada A4 (Brescia-Agrate) e del 6-8% sull’attuale Tangenziale Est;
Nonostante questi dati che oggettivamente indicano come tali autostrade non risolveranno ma aggraveranno i problemi di mobilità nel Sud-Est milanese, “l’odore dei soldi”, della speculazione edilizia e degli interessi particolari, come al solito, in Italia hanno il sopravvento.
Le risorse finanziarie utilizzate, al di là della retorica sui privati che in realtà non mettono mai una lira, sono in gran parte pubbliche. La logica è identica al progetto Alta Velocità: soldi pubblici, gestione privata, introiti privati, debiti pubblici.
Le scelte fatte vanno in direzione opposta a quella di cui la nostra Regione ha bisogno: una vera inversione di tendenza rispetto al modello di trasporto dominante che sta soffocando la pianura padana, un potenziamento del trasporto pubblico su rotaia, un intervento di fluidificazione sulla viabilità esistente privilegiando integrazione ed intermodalità, caratteristiche principali di un’offerta flessibile e capace di rispondere alle specificità della domanda e, allo stesso tempo, di garantire la massima estensione del diritto alla mobilità.
Quindi tutto è perduto? Dipenderà dalla capacità di mobilitazione che sapremo realizzare. Oltretutto le notizie dell’ultima ora confermano l’apertura di una procedura d’infrazione della Comunità Europea nei confronti dell’Italia sulle irregolarità della concessione a BreBeMi da parte della CAL (Concessioni Autostradali Lombarde) per l’aumento spropositato dei costi e la remunerazione garantita agli azionisti (con soldi pubblici).
Cosa chiediamo?
· ai cittadini di mobilitarsi per la difesa del territorio;
· ai partiti di esprimersi in modo chiaro sia a livello locale che al livello provinciale e regionale;
· ai Sindaci e alle Amministrazioni Comunali di ripensare la loro firma, secondo noi errata, all’ACCORDO DI PROGRAMMA (argutamente costruito per coinvolgerli nelle scelte). Quando si firmano gli accordi non ci sono interpretazioni, ci sono solo gli atti sottoscritti ed in futuro sarà semplice per chiunque rinfacciare la firma pure ai Sindaci più combattivi. Per tale motivo chiediamo alle Amministrazioni Comunali di cambiare atteggiamento, constatato che la mediazione politico-amministrativa non ha portato il risultato sperato, e attuare forme di opposizione diverse.
Per questi motivi ti inviamo a partecipare ad una
MANIFESTAZIONE A MELZO
SABATO 1° DICEMBRE ORE 15,30
P.ZZA DELLA VITTORIA
Aderiscono:
Comitati zona Martesana – Comitato Popolare No Brebemi No Tav Bassa Bergamasca - Coordinamento Interprovinciale per la Mobilità Sostenibile - Legambiente Lombardia – Osservatorio della Martesana–Ass. ne studentesca “Student Sx”Milano- Giovani Comunisti/e Milano e provincia– Giovani Comunisti/e Bergamo-Federazione Giovanile Comunisti Italiani-Ass. Sinistra Critica – Collettivo Studentesco Liber* e Ribelli Treviglio-Collettivo Giovanile”Uscita di Sicurezza”Romano di Lombardia-Comitato No Expo- SdL -Rifondazione Comunista – PdCI – Sinistra Democratica – Verdi
lunedì 12 novembre 2007
domenica 11 novembre 2007
Verso il 17 Novembre
Verso il 17 Novembre,
Giornata mondiale per l’accesso al sapere
ASSEMBLEA STUDENTESCA
MARTEDI’ 13 NOVEMBRE h.15:30
ARCI METISSAGE, VIA DE CASTILLIA 2 (MM2 GARIBALDI)
Anche quest’anno il Social Forum di Nairobi ha indetto per il 17 Novembre una giornata mondiale di mobilitazione studentesca che vedrà studentesse e studenti di tutto il mondo, dall’Africa all’Europa, dalle Americhe all’Asia, scendere in piazza per chiedere accesso al sapere, cittadinanza, democrazia. Gli studenti scendono in piazza anche in Italia, con i propri sogni per scuola e università e la propria voglia di essere cittadini dell’oggi e non di un domani sempre rimandabile.
Fioroni, da parte sua, ha emesso un’ordinanza esplicativa sul decreto, dopo le manifestazioni, che non ne modifica il contenuto. Non siamo più disposti a subire processi di riforma senza consultazione, e come studenti e studentesse di Milano e provincia vogliamo costruire una giornata di mobilitazione che reclami una scuola inclusiva per tutt*, che valorizzi le differenze, e che veda studenti e studentesse protagonist* e liber* di scegliere il proprio futuro. Per questo vorremmo incontrarci il 13 per costruire insieme una piattaforma unitaria per la manifestazione, per poi scendere tutt* in piazza il 17, alle 9 e
MANIFESTAZIONE
SABATO 17 NOVEMBRE
CORTEO ORE 9.30, LARGO CAIROLI
Al termine del corteo appuntamento in Piazza Fontana
ore 12 per la partenza per la manifestazione di Genova
info e prenotazioni: 347 44 20 325 - 393 88 08 001
NO AGLI OGM PERCHE'
“Italia ed Europa liberi da Ogm (Organismi geneticamente modificati)” è il titolo della consultazione nazionale promossa da una trentina di associazioni e imprese, tra cui: Wwf, Coop, Libera, Legambiente, Greenpeace, Federconsumatori, Acli, Codacons, Cna Alimentare, Confartigianato e molte altre ancora.
Anche Ecobio ha aderito a questa iniziativa, organizzando, in collaborazione con i GC (Giovani comunisti) di Milano e Provincia e con la Coop di Vignate, banchetti informativi sul territorio vignatese e non.
Ma quali sono i motivi di questa campagna? Perché tutte queste associazioni non vogliono gli Ogm? Quali sono i pro e i contro di questo tipo di sementi?
La complessità del problema è notevole e le opinioni a riguardo sono contrastanti, perciò ci siamo documentate approfonditamente e abbiamo cercato di rendere più semplici ed accessibili le informazioni che abbiamo appreso, pur se con notevoli difficoltà.
Tante ragioni per una campagna
Le ragioni di questa campagna sono, innanzitutto, di promuovere uno sviluppo dell’agroalimentare italiano “moderno, innovativo, mirato alla qualità della vita e della nostra salute, attento alla biodiversità, sicuro e rispettoso dell’ambiente e del clima”, oltre che della qualità dei prodotti. Gli Ogm sono incompatibili con questi obiettivi, in quanto sono “economicamente non convenienti e, per di più, ci priverebbero, omologandoci, della eccezionale originalità dei nostri prodotti”.
Gli Ogm sono vegetali in cui è stata inserita una parte del Dna di altre piante o animali, a livello genetico. Questo viene fatto con lo scopo di rendere il vegetale di partenza più resistente a condizioni sfavorevoli, come ad esempio situazioni climatiche proibitive per la sua crescita. Perciò è molto diverso dagli innesti, che vengono praticati da centinaia di anni da contadini di tutto il mondo, per migliorare le specie vegetali, senza modificare il corredo genetico della pianta in laboratorio.
Questi nuovi interventi sono un attacco alla biodiversità, cioè alla diffusione di un ampio numero di varietà diverse per ogni specie vegetale, in quanto selezionano pochi tipi di sementi per la coltivazione in ogni zona del mondo. Non sono più le varietà vegetali ad adattarsi naturalmente a climi e ambienti, e a regalarci sapori, forme, colori e contenuti nutrizionali diversi per le varie latitudini della Terra, ma si creano in laboratorio poche specie adatte per ogni luogo, impoverendo così l’ecosistema, oltre che la nostra tavola. Infatti, uno degli obiettivi dell’ingegneria genetica è quello di creare varietà vegetali contenenti vaccini o nutrienti che non sono presenti in natura in quella pianta.
Così, primo o poi, rischiamo di trovare un solo tipo di mele, uno solo di insalata: quella geneticamente modificata. Il contrario della biodiversità, la grande varietà di specie presenti in natura, che va salvaguardata.
Molti rischi per la salute
Noi abbiamo ancora altri motivi per opporci fermamente agli Ogm.
Sebbene le aziende produttrici sostengano che gli Ogm non abbiano bisogno di fitofarmaci e diserbanti, dannosi per la salute e per l’ambiente, perché sono più forti delle piante allo stato naturale, molti studi dimostrano il contrario. Gli Ogm infatti possono essere coltivati solo con l’utilizzo di specifiche sostanze chimiche e provocano molti più danni rispetto alle coltivazioni convenzionali.
Secondo alcuni studi, a causa di componenti di Dna usati per modificare geneticamente certe piante, gli Ogm aumentano il rischio di reazioni allergiche e autoimmuni; potrebbero avere un’azione cancerogena o causare intossicazioni o tossicità a vari livelli (neurologico, respiratorio, gastrointestinale, ematologico e genetico), oltre a un aumento del rischio di avere aborti spontanei.
Infatti, il Dna degli Ogm sopravvive al processo digestivo e potrebbe trasferirsi nel nostro patrimonio genetico.
Corriamo questi rischi non solo consumando vegetali Ogm, ma anche mangiando carni e alimenti derivati da animali che sono stati nutriti con mangimi contenenti Ogm, come avviene in molti allevamenti.
… non solo umana
Anche gli animali, attraverso la catena alimentare, subiscono effetti simili a quelli umani, a causa del contatto con gli Ogm. I più colpiti sono gli insetti, soprattutto quelli utili per l’agricoltura, e i lombrichi, ai quali alcune delle sostanze usate per produrre Ogm possono provocare un’alta mortalità o seri danni intestinali. Inoltre, possono inibire funghi e batteri benefici per il terreno.
I danni si estendono al regno vegetale: i semi geneticamente modificati possono “contaminare” i campi vicini, coltivati con sementi “naturali”, rendendoli sterili o trasferendo loro il Dna modificato. È questa la ragione della forte resistenza alla cosiddetta sperimentazione “in campo aperto”.
In sostanza, perché firmare
Da un punto di vista socio-economico, gli Ogm rendono i contadini dipendenti dalle aziende produttrici, in quanto i semi modificati geneticamente sono sterili, per cui non è possibile produrre da sé la semenza per l’anno seguente. In più, necessitano di specifici prodotti per la coltivazione, che tra l’altro impediscono la coltivazione col metodo della lotta integrata o comunque con un minor utilizzo di sostanze chimiche di sintesi.
Secondo le aziende produtrici, la sterilità dei semi Ogm è una cosa positiva, poiché evita la diffusione dei pollini geneticamente modificati. Cosa che, come si è visto prima, avviene ugualmente.
Perciò, se gli Ogm venissero liberalizzati, non avremmo alcun modo per proteggerci dalle loro possibili conseguenze.
Tutte queste ragioni ci paiono più che sufficiente per rifiutare in toto gli Ogm e aderire a questa campagna, chiedendovi di fare altrettanto, firmando la petizione.lunedì 5 novembre 2007
Foto dal presidio contro la tangenziale Est-est..
domenica 4 novembre 2007
4 Novembre 2007: 1000 persone alla marcia Novara-Cameri contro gli F-35 e le produzioni di morte
Oggi, tradizionalmente giornata nazionale delle Forze Armate, un migliaio di persone provenienti da tutto il nord Italia si sono cimentate questo pomerigggio in una lunga marcia No-War di 10 km dal centro della città di Novara all'aereoporto militare di Cameri per dire "No alla guerra e No alle fabbriche di morte".Nei progetti delle multinazionali delle armi e del governo italiano, la provincia novarese dovrebbe diventare uno dei punti strategici della retroguardia produttiva della guerra globale e permenente. Un territorio già pesantemente asservito a queste logiche belliche che nei piani dei signori del comando globale dovrebbe diventare il tassello principale nella produzione dei caccia americani (di "nuova generazione") F35.Gli amministratori locali si sono mostrati estremamente asserviti agli ordini che gli sono giunti dall'alto, dando il loro assenso al progetto di morte e complicità che si prospetta per gli abitanti di Cameri, di Novara e dei dintorni. Ma non tutt* novaresi si sono inchinati. Molti di loro non hanno esitato oggi a percorrere ed attraversare una manifestazione lunga e impegnativa pe riafferamre la contrarietà a politiche di guerra e di decisioni imposte dall'alto senza consultazioni né processi condivisi.Numerosissime le presenze corse in aiuto da fuori: da Torino, Milano, Vercelli, Aessandria, varesotto, giù fino al Veneto e il Trentino-Alto Adige. Presenti anche delegazioni No Tav e No Tav-Kein Bbt. Grossa la presenza di vicentin* del movimento No Dal Molin. Ad aprire il corteo maschere raffiguranti Prodi-mostri (più altri degni compari) e il coordinamento di antagonismo studentesco raggruppante i giovani studenti medi di Novara e Vercelli.Presente anche una delegazione di Disarmiamoli che prima del corteo continuava l'opera di raccolta firme per la proposta di legge d'iniziativa popolare contro le basi e per il disarmo.
La manifestazione di oggi ha costituito un tassello importante in direzione della 3 giorni europea contro le basi militari che si terrà a Vicenza a metà dicembre. Essa ha riaffermato il carattere non guerrafondaio ma determinato dei movimenti sociali, nella loro volontà di decidere dal basso e contare sulle grandi e piccole questioni che informano la vita di tutti i giorni. Hanno ribadito ancora una volta la necessità di un altra politica e di un altro modello di sviluppo. Per ulteriori informazioni e specifiche tecniche sul progetto F35:Sito Internet: www.nof35.org