mercoledì 15 agosto 2007

Continua l'attacco dell'ala centrista della coalizione al programma di governo

Wellfare:Rifondazione rilancia,Bonino minaccia. Franco Giordano:"la legge 30 va cancellata completamente"

mercoledì 15 agosto 2007
Due articoli tratti da"Il Manifesto" sulla manifestazione del 20 Ottobre.


L'ala riformista alza barricate contro i «ricatti» della sinistra. Il ministro radicale: «Sarà crisi»
«Basta con la politica dei piccoli aggiustamenti, la legge Biagi va cambiata. E radicalmente». Altrimenti, «non voteremo il protocollo sul welfare». Parola di Franco Giordano. In un'intervista al Corriere della Sera il segretario di Rifondazione comunista ribadisce la posizione del suo partito.
E rilancia la battaglia in vista della manifestazione del 20 ottobre, dopo che nei giorni scorsi le polemiche sulle dichiarazioni di Francesco Caruso avevano messo in secondo piano le ragioni della protesta. Nulla di nuovo: il Prc aveva sempre detto che quel protocollo non gli andava bene e che in autunno avrebbe condotto una battaglia per modificarlo. Ma tanto basta per sollevare le ire del ministro radicale Emma Bonino, che non ci sta a soccombere di fronte ai «ricatti» della sinistra alternativa. «Se malauguratamente i punti del protocollo sul welfare dovessero essere modificati nel disegno di legge che dovrà tradurli in norme legislative - dice il ministro - è evidente che si porrà una grave crisi politica». E specifica: «Non per nostra responsabilità». Insomma, se Prodi dovesse accettare le richieste di Giordano, i radicali non ci staranno. E la salute dell'esecutivo potrebbe essere a rischio, anche se la colpa di un'eventuale caduta ricadrebbe comunque sulla sinistra alternativa. Sulla stessa linea tutta l'ala liberal della coalizione di governo: dall'Italia dei valori all'Udeur, tutti a gridare contro «l'ignobile ricatto» del Prc. E anche all'interno del futuro partito democratico si alzano voci critiche: per Renzo Lusetti, della Margherita, il segretario di Rifondazione comunista «si agita un po' troppo», mentre il ministro del lavoro Cesare Damiano aveva già bollato come «critiche pretestuose» le motivazioni addotte dalla sinistra alternative contro il protocollo sul welfare.Questa volta però la sinistra sembra non accettare di piegarsi agli avvertimenti degli alleati e, pur con varie sfumature, cerca di far quadrato contro gli attacchi. Se il ministro del Prc Paolo Ferrero si limita a replicare alla collega radicale che «il suo partito non fa altro che chiedere l'applicazione del programma» è il capogruppo al senato di Rifondazione Giovanni Russo Spena che si spinge più a fondo nel difendere le proprie ragioni dagli attacchi centristi: «Insisteremo perché il programma sia rispettato modificando la legge 30 e riformando profondamente il protocollo sul welfare», avverte. Perché «se si illudono di tapparci la bocca con l'infortunio del caso Caruso, si sbagliano di grosso». Insomma, il 20 ottobre la sinistra alternativa sarà in piazza, non contro il governo, ma per il rispetto del programma dell'Unione. Lo conferma, per il Pdci, l'europarlamentare Marco Rizzo: «La presa di posizione netta e contraria di Giordano sulla legge Biagi è condivisibile. Ora non si può mollare, sennò la sinistra muore». Anche da Verdi e Sinistra democratica arrivano consensi. Paolo Cento dice che «cambiare la legge Biagi non è un ultimatum ma un atto di equità». E Cesare Salvi rilancia: «La parte sul lavoro del protocollo sociale deve essere profondamente modificata, altrimenti non può essere votata dalla sinistra. Il partito democratico non può pensare di imporre le proprie soluzioni al resto della maggioranza». Anche se, nel suo partito, c'è anche chi cerca di defilarsi, come Gavino Angius, che ritiene «politicamente irresponsabile e non compatibile con la presenza nel governo» l'idea di scendere in piazza il 20 ottobre.
..........................................................


«Andremo in piazza, Prodi stia ai patti»
Pasqualina Napoletano, europarlamentare di Sinistra democratica, approva Giordano: «Il protocollo va cambiato»Sciocca la logica dei ricatti portata avanti da Emma Bonino. Parliamo dei contenuti. di Alessandro Braga
«Ha ragione Giordano, il protocollo va cambiato». Pasqualina Napoletano, vicepresidente del gruppo socialista al parlamento europeo, di Sinistra democratica, non ha dubbi: il governo deve andare incontro ai giovani e cambiare il protocollo sul welfare che, così come è stato approvato, non va bene. Anzi, in alcuni suoi punti è «totalmente inaccettabile».Il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, in un'intervista al Corriere della Sera, è stato chiaro: «La legge Biagi va cambiata radicalmente. Altrimenti non voteremo il protocollo sul welfare». Cosa ne pensa?Sono d'accordo. Il protocollo va cambiato, soprattutto nei suoi aspetti più inaccettabili. Penso a due punti in particolare: quello degli incentivi per gli straordinari e quello che permette di protrarre oltre i 36 mesi contratti a termine per i giovani. La lotta alla precarietà deve essere centrale in Italia e in Europa, perché non può esserci sicurezza nella flessibilità, togliendo forza ai contratti e rendendo facili i licenziamenti.Giordano prova a riportare la discussione sui contenuti, dopo che le parole di Francesco Caruso, che aveva definito «assassini» Biagi e Treu, avevano spostato tutta l'attenzione dei media solo sull'aspetto formale della questione.Credo sia sicuramente utile riportare la discussione sul piano dei contenuti. Le parole di Caruso sono state una stupidaggine inaccettabile. Ma noi vogliamo discutere del merito della questione.Come?In Europa stiamo portando avanti una discussione molto profonda sul diritto del lavoro. Il governo italiano deve dare il suo contributo anche a livello europeo per combattere la precarietà. In tutta Europa si sta assistendo a una destrutturazione del diritto al lavoro inaccettabile. Non è un problema solo italiano, ma continentale.Il ministro del lavoro Cesare Damiano ha ribadito che il programma dell'Unione parla di superamento della legge Biagi e non di una sua cancellazione e chiede all'ala sinistra della coalizione di smetterla con queste «critiche pretestuose».Mi sembrano cavilli inutili. Se si vuole andare alla sostanza delle cose bisogna ammettere che gli aspetti peggiori della legge sono inaccettabili e vanno contro le nuove leve di lavoratori. La loro abolizione era un aspetto fondamentale del programma dell'Unione che va rispettato. E' assurdo che il nascente partito democratico stia facendo una campagna tutta imperniata sui giovani e poi vada contro di loro. Il problema vero è dare una risposta a tutte quelle ragazze e quei ragazzi italiani, molto spesso laurati, che vanno all'estero a lavorare perché nel nostro paese non riescono a trovare condizioni di lavoro dignitose.Intanto oggi il ministro Emma Bonino ha detto che, se Prodi accettasse di cambiare il protocollo, si aprirebbe nella maggioranza «una grave crisi politica».Questa logica dei ricatti mi sembra sciocca. Ripeto: bisognerebbe occuparsi dei giovani che non vedono usata la loro conoscenza e se ne vanno via. Ci rendiamo conto che è uno spreco incredibile? Vogliamo discutere una buona volta partendo dai problemi reali o dobbiamo continuare a fare un dibattito solo ideologico?Intanto, per stare ai fatti, fioccano critiche, non solo da destra, a chi ha deciso di scendere in piazza il 20 ottobre.Lo abbiamo ribadito anche noi europarlamentari con il nostro appello: la manifestazione del 20 ottobre serve per far capire al governo che chi lo ha votato vuole che venga rispettato il programma elettorale. Sono stati votati in base a quello che c'è scritto in quel documento. Ed è quello che va rispettato. Il 20 ottobre non sarà una manifestazione contro il governo, ma per chiedere all'esecutivo di essere fedele al suo mandato.Però anche alcuni esponenti dell'area della sinistra alternativa frenano. Gavino Angius ha detto che «scendere in piazza nel pieno della discussione sulla Finanziaria è politicamente irresponsabile e non compatibile con la presenza nel governo».Mi sembra una discussione tutta «italiana» nella logica di riposizionamenti all'interno del quadro politico che sta cambiando. Bisogna stare ai fatti: l'obiettivo è cambiare il protocollo che non è in linea con il programma dell'Unione. Noi siamo legati al governo Prodi e vogliamo che lui si muova all'interno del programma per cui è stato votato.

1 commento:

Loud ha detto...

Non voglio dilungarmi troppo, essendomi già espresso sul mio blog e su BlogGoverno a più riprese; ti linko direttamente il mio ultimo post:
Treu-Biagi: oggi vince la riforma del 2003. Le modifiche future? Probabilmente solo ideologiche e nessuna centrarà il vero bersaglio.

Un po' drastico forse, ma questo è quanto porto nel mio breve bagaglio culturale e professionale. Almeno oggi la penso così.
Rimango comunque dell'idea che il Co.Co.Co. fosse più adatto del Co.Pro. per determinate figure professionali cui non può applicarsi alcun progetto per il tipo di mansioni svolte, ma rimango convinto che sia lodevole aver tentato di assestare il mercato cercando di applicare un contratto "precario" (comunemente considerato) laddove via sia un progetto piuttosto che a chiunque senza distinzione.
Il problema rimane l'abuso, adesso come prima.
Ecco perché credo che il bersaglio sia un altro (vedi post linkato).

Ah, tutto ciò ferma restando l'assurdità giuridica del Job sharing e l'inadeguatezza del Job on call... Ma questo è un altro paio di maniche ;)

Saluti,
LL